Eppure, amo la vita.
Questa maledetta vita che ci confonde con un’infinità di emozioni, che ci prende per mano fin dal primo istante e ci accompagna passo dopo passo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, fino al giorno che il destino, le circostanze, un evento sfortunato, una malattia, l’età, o chissà cosa, decide di lasciarci.
Amo pensare che miliardi di invisibili esseri viventi lavorano per me, gestiscono automaticamente il mio corpo, si occupano di controllare il mio cuore, di far funzionare i miei polmoni, di vedere e classificare forme e colori, di ascoltare musica, parole e rumori e di gustare i miei preferiti sapori.
Non nascondo che ogni sera quando vado a letto ho un pensiero di gratitudine verso le mie cellule. Le ringrazio del loro instancabile lavoro e delle emozioni che, grazie a loro, riesco a vivere e dedico alcuni minuti ad ascoltare il mio cuore, che gestisce e controlla ogni mia emozione.
Bum… bum… bum… bum.
Ascolto il mio respiro, sento il dilatarsi dei miei polmoni. Immagino il lavoro del fegato, un invidiabile laboratorio chimico che gestisce innumerevoli ed insostituibili funzioni vitali. Odoro il caldo profumo del mio corpo e mentre rilasso i muscoli ringrazio la vita che mi ha dato tutte queste cose.
Penso anche, con pena, a tutti quelli che non sanno apprezzare tanta ricchezza, dando tutto per scontato, come se il continuo lavoro di miliardi di cellule sia un diritto acquisito. Noi che non facciamo nulla gratis diamo per scontato che altri, miliardi di altri esseri viventi, seppur invisibili, lavorino per noi senza un grazie, senza una benché minima considerazione.
Penso infine a chi ha perso o sta perdendo questo miracolo della natura. Penso ai non vedenti, ai non udenti, a chi ha perso gli arti e anche ai non capenti, quelli che si sentono felici perché vivono egoisticamente la vita.
Che usano e distruggono ciò che tanto faticosamente la natura crea.
Che accumulano ricchezze rubandole.
Che abusano della loro posizione per schiavizzare il prossimo.
Che utilizzano il loro sapere per bearsi e approfittarsi.
Che sono convinti che con i soldi possono comprarsi tutto.
Che giudicano e condannano.
Che uccidono per futili motivi.
Che promettono illusioni.
Che impongono le loro idee con la forza
e mi viene spontaneo pensare: Che bello essere un lampascione.
Voce: Emiliano Valdemarca
Tratto dal libro: Il Piccolo Principe
Canale: Meridiano976
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