Vita e morte si bilanciano in continuazione e quando una specie soccombe
I carnivori sono in vetta alla catena alimentare, ma in che posizione si troverà una pulce che sta in groppa a un leone? O un qualsiasi parassita nell’intestino di un leone o di una pulce?
E che dire del batterio specializzato che vive dentro al corpo della pulce del leone?
Le piccole pulci hanno sicuramente delle pulci più piccole che le mordono e queste a loro volta avranno le loro, e cosi via, fino all’infinito!
Lungo tutta la piramide quindi, tutto è consumato da qualcos’altro.
Nessun essere vivente è esente da nemici e l’essere umano, per quanto potente e intelligente sia, ha i suoi potentissimi nemici fra virus, funghi, batteri ed eventi naturali (oltre, purtroppo, se stesso). Piccolissimi organismi che sfruttano ogni nostra debolezza o distrazione per potersi moltiplicare, causando seri danni al nostro organismo.
Vita e morte si bilanciano in continuazione e quando una specie vivente soccombe un’altra la rimpiazza, ristabilendo in breve tempo (gli anni in natura corrispondono a un infinitesimo di centesimo di secondo), quel crudele, seppur instabile, equilibrio di vita e morte che ci accompagnerà fino alla totale distruzione.
Fortunatamente anche i virus, funghi e batteri per quanto piccoli siano hanno i loro naturali nemici, basta conoscerli ed utilizzarli all’occorrenza per ristabilire il giusto equilibrio che da millenni, più o meno inconsciamente, ci permette di sopravvivere a queste aggressioni e di vivere in salute. La medicina moderna usa normalmente medicine sintetiche, ma per millenni altri prima di noi, in assenza di medicine moderne, hanno usato e sperimentato antichi rimedi perfezionando sempre più la conoscenza su ciò che la natura tanto generosamente ci dona, sacrificando altri esseri viventi (le piante vivono non dimentichiamolo) e permettendo alla nostra specie di sopravvivere. Prove incontestabili dell'uso di rimedi erboristici risalgono a circa 6.000 anni fa grazie alla scoperta di un tomba di un uomo di Neanderthal avvenuta nel 1960. Egli era stato sepolto con otto specie di piante, sette delle quali sono ancora usate oggi a fini curativi. Molte medicine contemporanee sono derivate da erbe come la stricnina, l'aspirina, il curaro, l'ergotina, ecc..
Da più di 6.000 anni quindi l’essere umano ha attinto dalla variabilità genetica presente nelle piante quelle risorse alimentari e terapeutiche che ne hanno garantito la sopravvivenza, spesso guidati solo dall’intuito, dal sapore, dalla forma, dal colore, da un particolare del corpo umano o di una malattia. Millenni di esperienze che sono senz’altro un bagaglio da esplorare, migliorare e tramandare. Oggigiorno invece abbiamo quasi messo da parte questo enorme potenziale naturale per dedicarci quasi esclusivamente a medicamenti chimici, che seppur è riconosciuto loro, soprattutto nelle malattie gravi, un’efficacia inconfutabile, sempre più spesso danno origine a un’infinità di effetti secondari (questo è almeno quello che sostiene l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Proprietà afrodisiache dei lampascioni?
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