La mucosa intestinale impedisce a microrganismi, proteine non digerite e sostanze tossiche, di passare nel sangue.
La mucosa intestinale impedisce a microrganismi, proteine non digerite e sostanze tossiche prodotte, di passare nel sangue, inviandoli al contrario nel colon per essere eliminate con le feci.
L’irritazione della mucosa interna del tubo digerente, indebolisce i desmosomi che di solito sono i responsabili assieme alla vitamina E, del mantenimento della compattezza delle cellule del tessuto epiteliale dell’intestino. Cibi inadatti che generano digestione a pH alterato, vaccini, infezioni, antibiotici ed in genere tutti i farmaci, troppo alcol, fumo, e comunque una vita sregolata, danneggiano, irritando il rivestimento interno, la mucosa epiteliale dell’intestino tenue, rendendola permeabile ed aprendo piccole brecce nelle pareti che consentono il passaggio di batteri, funghi e sostanze tossiche (macromolecole) nel sangue, che riconosciute dall’organismo provocano reazioni abnormi del sistema immunitario ed intossicano l’organismo, generando le più disparate malattie a seconda di dove esse si depositeranno.
Le proprietà del lampascione principalmente sono quelle di prevenzione, proteggendo il nostro intestino, liberandolo da sostanze dannose e rendendo più difficile il passaggio di batteri nel sangue, oltre a imprigionare gli alimenti zuccheri e grassi e rallentarne l’assimilazione. L’uso costante quindi di questa pianta ci proteggerà, seppur “RUMOROSAMENTE” da molte malattie, oltre a soddisfare il palato e tenerci occupati in una attività fisica (coltivandoli) utile per la salute ed il portafoglio.
Ma lasciatemi descrivervi meglio questo bulbo:
E' una pianta erbacea perenne di modeste proporzioni, fornita di un Bulbo (Organo sotterraneo) formato da scaglie o tuniche carnose, compatte, di colore rosaceo. Di foglie basali, lineari, acuminate, concave, grassette, di colore verde, verde-pallido, tendenti ad afflosciarsi. Di piccoli fiori poco appariscenti, poco profumati, raccolti in denso racemo dalla forma tubolosa-campanulata con apicali sterili di colore azzurro-violaceo.
Appartiene alla famiglia delle Liliacee ed è più comunemente conosciuto come Muscari. Cresce spontaneamente alle pendici dei monti e sporadicamente un po’ dappertutto. E’ difficile quantificare quante specie di muscari esistano al mondo, si suppone ve ne siano circa 50 con caratteristiche ben diverse. E’ un bulbo molto apprezzato per i suoi fiori primaverili, essendo una pianta che si adatta a qualsiasi terreno e clima. In Italia ne sono state catalogate 7 specie, e facile incontrarli tra marzo e giugno ai bordi di prati e dei terreni incolti.
I più pregiati come bulbi floreali sono il Muscari Armeniacum, soprattutto negli USA, mentre il Muscari Blue River è tipico dell’ Olanda.
Di Muscari commestibili più conosciuti in commercio ne esistono tre specie. La più pregiata è la Muscari Recemosum, la si distingue dalle altre dal suo deciso sapore amarognolo. Le altre due specie, la Muscari Comosum e la Muscari Romanus sono, seppur buone, poco sapidi e più indicate ad essere conservate sott’aceto.
Inutile dirvi che ai fini medicinali e preferibile usare la Recemosum perché più ricca di costituenti amari utili per attivare le funzioni gastriche e la secrezione biliare.
Le Regioni che ne fa largo uso in cucina sono la Puglia e la Calabria (ultimamente è stato classificato come prodotto agroalimentare tradizionale italiano incluso in un apposito elenco predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in collaborazione con le Regioni sopracitate), mentre nelle altre regioni italiane ed estere, tranne in Grecia, è quasi del tutto sconosciuto.
Proprietà afrodisiache dei lampascioni?
Scusa convincente per farli accettare a tavola?
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